Aria di trasferimento...
Oramai siamo arrivati ad ottobre e la stanchezza, soprattutto quella della mamma si faceva sentire, Roby meritava attenzioni, stava meglio, era molto attiva e non era facile starle dietro solo per una persona. Era diventato altrettanto difficile gestire i ragazzi da solo, non tanto e non solo per motivi pratici, quali accompagnarli a scuola o alle varie attività, perché per questo i nonni mi erano venuti in soccorso, ma dal punto di vista emotivo, la situazione stava diventando troppo complicata. Alla mamma mancavano i figli, a loro la mamma, e anche noi due avevamo bisogno di ritrovarci, questi oltre 4 mesi erano stati come un tritatutto e cominciavamo a non capirci più nulla...
Roberta ormai faceva "solo ginnastica respiratoria" e cosi chiedemmo un colloquio col dott. Lorenzo e gli domandammo se ci poteva essere l'opportunità di continuare questa ginnastica a Milano, ma ciò prevedeva che lui fosse d'accordo e che ci fosse un ospedale in grado di proseguire la terapia.
Ovviamente la premessa fu che la gwstione della vita familiare stava diventando troppo difficile, ma anche che non ce ne saremmo mai andati se lui non lo avesse ritenuto opportuno.
E la risposta del dottore fu sorprendente.
Ci disse che si sarebbe confrontato col suo staff e ci avrebbe fatto sapere nel.giro di qualche giorno, ma ci anticipò che probabilmente non ci sarebbero stati problemi. La cosa più importante era capire dove trasferirci. Fedele alla sua promessa, dopo un paio di giorni, il dott. Lorenzo chiamò la mamma e gli disse che le due opzioni a Milano per loro erano l'ospedale Buzzi o la clinica De Marchi. Il dottore conosceva entrambi i primari della rianimazione pediatrica, ma alla fine la scelta cadde sulla De Marchi perché ci dissero, fossero maggiormente esperti sulla ventilazione che poi era quello che serviva a Roberta.
Non ci credavamo, di li a poco, forse saremmo tornati a casa, sempre in ospedale, ma comunque tutti nella stessa città. Ci parlarono anche dimissioni protette, what? In pratica si pensava già alla possibilità che dopo un periodo, magari non lunghissimo, alla De Marchi, saremmo potuto essere dimessi con dei presidi per gestire Roby nel migliore dei modi. Ci chiedevamo se saremmo stati capaci di farlo soprattutto alle prime difficoltà, poi pensammo che quando sarebbe arrivato il momento ci avremmo pensato. E invece ci dovevamo pensare subito...il dott. Michele cominciò subito a preparare le prescrizioni per quello che poi a Milano dovevano richiedere alla Asl.
Noi sinceramente non pensavamo ad altro che a fare in modo di tenere Roberta stabile, e quando ci dissero che il giorno del trasferimento sarebbe stato il 14 ottobre, l'impegno della mamma affinché non sorgessero complicazioni, quali una febbre o un raffreddore, fu ancora più grande. Oramai ci eravamo quasi, questione di pochissimi giorni e la famiglia si sarebbe ricongiunta.
Moi non molliamo
To be continued
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