Aspettando Godot...

Eravamo arrivati a 2 mesi di febbre, ed oramai ogni qualvolta ci recavamo in visita da qualche parte, speravamo che qualcuno potesse trovare una soluzione.
La mamma aveva riposto tante aspettative nella visita con l' omeopata, e così ci recammo a Vimodrone nello studio di questa dottoressa. Anche lei ovviamente non si espresse sull' origine della febbre, ma ci disse che Roby aveva fatto un abuso di medicinali ed in qualche modo poteva essere intossicata. La visita durò quasi 2 ore delle quali il 90% lo passammo a raccontare la storia clinica di Roberta. Che fosse una persona competente era chiaro, d'altronde per molti anni era stata una oncologa, poi si era messa a studiare omeopatia ed era diventato un riferimento in quel campo. Prescrisse a Roby una cura disintossicante, diciamo così, e poi ci parlò anche un po di alimentazione. Ora che Roby avesse preso una marea di antibiotici e cortisonici, era indubbio, molti di questi, soprattutto gli antibiotici, senza che ce ne fosse bisogno, ma era impossibile sapere con certezza se ciò aveva potuto influire sulla febbre. Comunque andammo via soddisfatti della esosa spesa sostenuta per la visita, Maria un pò di più, il sottoscritto un pò di meno..ma avremmo provato anche questa strada, ovviamente in parallelo con la medicina tradizionale e senza sostituirla.
Il giorno dopo ci recammo alla De Marchi dalla dott.sa che aveva preso in carico Roberta con la presenza anche del fisiatra che ci seguiva da un po di tempo. Anche questa visita durò molto e anche questa volta la maggior parte del tempo la passammo a raccontare. Si misero a ragionare sulle possibili cause della febbre ma anche in questo caso non si arrivò da nessuna parte, poi la dott.ssa ci prospettò la possibilità di una infusione di immunoglobuline che però presupponeva un ricovero di un paio di giorni ed oltre a questo ci disse che avrebbe voluto parlare di Roby ad un suo amico genetista famoso per la sua esperienza, che guarda  caso conosceva già Roby per averla vista al Niguarda nelle prime settimane di vita. Quindi da li a qualche giorno ci saremmo aggiornati. Ed anche questa giornata se ne andò senza risposte, anzi con ulteriori domande...Il giorno dopo saremmo dovuti andare a Firenze, ma quando tornammo a casa dopo la visita, chiamammo il dott. Lorenzo, lui non c'era ma parlammo col suo braccio destro, gli dicemmo che Roby aveva la febbre a 39 e se fosse il caso di farle affrontare un viaggio di 3 ore per poi rischiare anche di non poterla visitare. Ci disse che non valeva la pena stressarla ulteriormente e quindi Firenze saltò. Fummo sollevati perché era quasi certo che se fossimo andati al Meyer con Roby in quelle condizioni, il dott. Lorenzo la avrebbe sicuramente ricoverata di nuovo ed in quel momento non era la cosa ideale. Nei giorni successivi avemmo conferma che la visita col neurochirurgo del Niguarda darebbe stata lo stesso giorno di quella con il chirurgo della peg e ci rendemmo anche conto che la cura omeopatica per ora non stava dando nessun beneficio. Oramai era diventata una barzelletta quella della febbre...era quasi diventata una condizione normale e ciò poteva diventare in qualche modo pericoloso perché ci poteva far abbassare la guardia. Ma noi, la guardia, la avremmo sempre tenuta alta fino a quando non si fosse capita la causa del rialzo termico.

Noi non molliamo
To be continued

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