Il grande giorno
Dopo circa una settimana in rianimazione, ci comunicano che si è liberato un posto in pediatria, per la prima volta saremmo stati in ospedale senza assistenza continua, certo al bisogno avremmo chiamato e periodicamente infermieri e medici sarebbero passati per controllare Roby, ma saremmo stati da soli e ciò era qualcosa di completamente nuovo. D'altronde prima di andare a casa era giusto avere un periodo che potessere fare un pò da cuscinetto. Nel frattempo che si completavano le pratiche burocratiche per il passaggio, la dottoressa responsabile della assistenza domiciliare cominciò a contattare una delle ditte che attraverso la Asl si occupava occupava dei presidi che ci avrebbero dato. Dopo un paio di ore che eravamo in pediatria la stanza era già mezza piena di apparecchi che avremmo utilizzato a casa, e non erano ancora tutti...Ovviamente i macchinari bisognava anche saperli usare e quindi il tecnico della ditta, col quale poi siamo diventati amici, ci spiegò per bene tutto.
La cosa incredibile e paradossale di tutto ciò era che la eventualità di un terzo figlio, ci aveva sempre spaventato, ci preoccupavamo di non poter far fronte economicamente alla cosa, ma anche del poco spazio che avevamo a casa...beh ora ci voleva una stanza solo per i presidi...La vita a volte sa essere così sorprendente che ti lascia senza parole, ma allo stesso tempo ti costringe a riflettere.
Quindi ricapitoliamo: ventilatore per la respirazione, aspiratore per le secrezioni, umidificatore per il ventilatore, circuiti per il ventilatore, saturimetro per il monitoraggio della frequenza cardiaca e della saturazione, concentratore di ossigeno, bombola di ossigeno, pallone ambu per il pronto soccorso, pompa per la nutrizione, e tutto il materiale di consumo giornaliero, associato e non, alle macchine, sondini per aspirazione, metalline per la tracheo, fascette per la tracheo, filtrini per la tracheo, raccordi, raccordini e raccordoni di ogni tipo per i vari tubi, alcune dei macchinari erano doppi perché vitali e non se ne poteva tenere solo uno in casa, e la fornitura del materiale di consumo di solito è mensile, non sapevamo dove avremmo messo tutta quella montagna di roba, ma avevamo ormai chiaro che Roby non ne poteva fare a meno, quindi in qualche maniera avremmo fatto.
Dopo i primi 2-3 giorni di assestamento il ricovero in pediatria cominciava ad essere un po pesante, Roby non faceva nessuna terapia particolare, pertanto chiedemmo quando avevano intenzione di liberarci di noi. Era il 25 o 26 ottobre se non erro, e furono un pò vaghi dicendoci che dopo qualche giorno ci sarebbe stato un lungo ponte e che durante lo stesso di sicuro non ci avrebbero dimesso. Neanche il tempo che la dott.ssa uscì dalla porta, io e la mamma ci guardammo e ci dicemmo che non avrebbe avuto senso rimanere 4 giorni senza praticamente assistenza visto che ci sarebbero stati solo i medici di guardia. Richiamammo il medico e gli chiedemmo di mandarci a casa prima, lei rimase un pò spiazzata, ma dopo aver motivato la richiesta capì che poteva avere senso. Il grande giorno, quello che molte, tantissime volte, avevamo pensato non venisse mai, era il 28 ottobre. Non dicemmo a nessuno che saremmo usciti, neanche ai ragazzi.
L'ultima notte con Roberta la feci io e fu una notte piena di pensieri, di domande, di emozioni, la mattina dopo Maria venne prestissimo, anche lei aveva dormito pochissimo ma a questo ci eravamo abituati da tempo ormai..
Nel frattempo che scrivessero la lettera di dimissioni, caricai tutto il materiale in macchina, per fortuna venne anche il tecnico della ditta quella mattina, perché non riuscì a mettere tutto nella nostra pur grande macchina e il resto delle cose ce le avrebbe poi portate lui a casa.
Quel giorno sapevamo che la nostra vita sarebbe definitivamente cambiata, non che fino ad allora non lo fosse, ma ora eravamo noi soli, avremmo dovuto imparare a gestire i momenti di difficoltà, ma anche e forse soprattutto le nostre ansie e paure, ma qualunque cosa ci potesse venire in mente, anche la più difficile o quella più complicata, non avrebbe mai superato la gioia di portare a casa Roberta per la prima volta dopo oltre 5 mesi e mezzo.
Quando arrivammo a casa i ragazzi non credevano ai loro occhi, in fondo Roberta 171 giorni dopo era nata per la seconda volta..
Noi non molliamo
To be continued
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