L'instabilità cervicale..

I giorni che intercorrono tra la mia partenza da Firenze e il ritorno qualche giorno dopo sono una altra scure che si abbatte sul nostro percorso, e stavolta pure in maniera inaspettata. Prima della operazione, vogliono ripetere l'esame già fatto al niguarda, i vasi  non si vedevano chiaramente a loro parere, ma neanche dopo questo la.situazione risultava perfettamente chiara. I dottori avevano anche confrontato i due esami ed anche una tac precedente e qualcosa non tornava. Un paio di giorni prima dell intervento, chiamarono Maria, volevano parlargli con anche la presenza del neurochirurgo, quest' ultimo fu letteralmente catastrofico...ma qua dobbiamo fare un piccolo passo indietro: nel periodo in cui era intubata al niguarda,  Roberta fu visitata anche da un neurochirurgo,  perché c' era anche la possibilità che le apnee dipensessero anche dal.sistema nervoso centrale, lo specialista, dopo aver visto la primissima tac che aveva fatto dopo circa 2 settimane dalla nascita, si era accorto di una pssossibile compressione del midollo spinale, dovuta ad una possibile instabilità delle prime vertebre cervicali. Pertanto aveva proposto di posizionare un corsetto che tenesse fermo il capo in attesa di essere certi di ciò, ma soprattutto non rischiare di avere lesioni proprio in quella zona, il.rischio poteva essere altrissimo come quello di restare all'improvviso tetraplegica. Tutto ciò però era stato molto aleatorio, Roberta si era sempre mossa senza particolari problemi e ora essendo intubata non poteva assolutamente muoversi quindi confezionarono il corsetto ma praticamente non lo usammo mai.
Fatto questo piccolo rewind, dicevamo del  catastrofismo del neurochirurgo del meyer, disse testuali parole: "la situazione è gravissima e pericolosissima, è un miracolo che Roberta sia ancora viva, ma soprattutto che abbia conservata la mobilità degli arti" poi continuò dicendo che non solo l'instabilità c'era ed era importante, ma anche che le clavicole erano più sottili  del normale, soprattutto una delle due e che lo sterno non era formato, era fuso solo per una minuscola parte e questo era il problema immediato, perché i vasi da spostare andavano ancorati proprio allo sterno...concluse dicendo che la situazione respiratoria, era probabilmente dovuta anche a queste problematiche scheletriche e parlò di una grave displasia scheletrica. Prescrisse anche un corsetto nuovo a Roberta, che avrebbe dovuto tenere assolutamente, sia negli spostamenti, sia quando si prendeva la bimba in braccio, e fin quando non sarebbe stato confezionato Roby non avrebbe potuto muoversi dal letto. Probabilmente al niguarda avevamo sottovalutato la situazione scheletrica di roby, ma non potevamo saperlo realmente. Tutto ciò venne gettato addosso alla mamma ed ebbe l'effetto di una vagonata di acqua gelida. Appena terminato l'incontro coi medici, Maria mi chiamò e a fatica mi raccontò tutto. Io non potevo crederci, quando sembrava che potevano avere la possibilità di risolvere uno dei problemi più importanti, se ne presentava uno gigantesco. Le dissi di cercare di stare tranquilla, che come avevamo fatto precedentemente non ci saremmo certo fermati al primo parere, e che appena possibile avremmo fatto vedere le immagini e successivamente roby dal neurochirurgo del niguarda, con il quale eravamo in contatto tramite l'amico chirurgo maxillofacciale, e del quale ci fidavamo moltissimo. Nel frattempo se volgliono il corsetto, lo faremo, almeno saremo sicuri di  non fare ulteriori danni.
Il dott. Lorenzo disse che l'operazione l'avrebbe tentata lo stesso, non era semplice ma lui ci avrebbe provato, ci dicevano che quando lui non si arrende significa che vede uno spiraglio e ciò era una piccola goccia in mezzo all'oceano, ma era pur sempre una goccia...
La mamma al telefono mi parlava di una Roberta che non era più la stessa da quando era li, non rideva, era stanca, provata, sempre sedata e quando era sveglia i suoi occhi, che sono sempre stati magnetici ed indice della sua voglia di vivere, erano spenti. Ma bisognava aggrapparsi a quella goccia, e quella minuscola molecola di H2o era rappresentata dall'intervento. Era il momento di stringersi attorno a roby di trovare la forza in qualche parte nascosta del nostro corpo e sperare...

Noi non molliamo
To be continued

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