La vita reale...

I primi giorni, di quella che praticamente era una nuova vita, furono un pò di adattamento, più che altro ai ritmi da tenere, ma era come Roby fosse sempre stata a casa, anche i ragazzi benché un pò impauriti, erano naturali, era come se tutto ciò che avevamo imparato nei vari ospedali, senza neanche accorgersene, pian piano lo avessimo messo da parte, accumulando esperienza, ora quel bagaglio si era aperto e ci forniva tutto ciò che era necessario, gli ospedali erano stati il nostro tirocinio, era stato tutto difficile, ma eravamo protetti, ovattati, ora cominciava il vero lavoro senza più protezioni, senza più supervisori, insomma dopo quasi 6 mesi ci si rituffava nella vita reale.
La proverbiale organizzazione della mamma fece si che ogni presidio trovasse il suo posto, neanche in ospedale avevo visto una tale precisione...
Roby nella prima settimana a casa fece dei grandissimi progressi neurologicamente, d'altronde in ospedale nonostante un lavoro mostruoso della mamma che la stimolava in ogni modo tutti i giorni, gli stimoli esterni erano troppo pochi, era come se uno leggesse tutti i giorni l'alfabeto, poi improvvisamente gli mettono in mano l' Iliade, l' Odissea o la Divina Commedia..
Ovviamente non poteva mancare l'episodio di puro terrore: Maria vista la bella giornata decide di andare a comprare due cosine al supermercato a poche centinaia di metri da casa con Roby  e va anche Francesca, la sorella, con loro.
Io rimango a casa, la mamma prepara il passeggino con tutto ciò che serve, (sembrava un carro merci..) e vanno. Dopo una mezz'oretta squilla il telefono, era Francy disperata che mi diceva di correre immediatamente perché si era rotto un pezzo dell aspiratore, e roby non riusciva a respirare...panico, prendo il pezzo e mi fiondo da loro, mentre arrivo vedo già ambulanza ed automedica arrivare in contemporanea. In quei neanche 5 minuti Maria era riuscita con una manovra di pronto soccorso a riprendere roby, ovviamente facemmo fare un controlo dai medici ma fortunatamente era tutto ok, ma ciò che non dimenticherò mai è la faccia della paura di mia figlia  Francesca, aveva assistito in diretta a ciò che noi avevamo visto tante volte in ospedale e che gli avevamo raccontato. In quel momento ci rendemmo definitivamente conto che l'ignoto sarebbe stato sempre dietro l'angolo, che quella piccola luce che si era accesa poteva essere spenta in qualunque momento, se fino a quel momento eravamo stati attentissimi, da quell'istante niente poteva essere lasciato al caso, Roberta viveva e vive sopra il filo dell'equilibrista, il problema è che questo filo è sospeso nel vuoto, indietro è inutile guardarsi e davanti c'è una nebbia troppo fitta per poter intravedere qualcosa.
Nel frattempo avevamo saputo dalla nostra pediatra che potevamo richiedere la assistenza infermieristica domiciliare da parte della asl attraverso delle fondazioni. La nostra famiglia si sarebbe arricchita di figure fisse giornaliere che ci avrebbero aiutato nella gestione quotidiana di Roberta, poi pian piano si sarebbero aggiunte la logopedista, e la psicomotricista. Bisognava abituarsi ancora una volta a qualcosa di completamente nuovo e sconosciuto, ma Roby fin dalla nascita ci aveva abituato a questo e molto altro, in 5 mesi ci aveva riservato sorprese alla media di un paio a settimane...e il meglio doveva ancora venire...

Noi non molliamo 

To be continued 

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